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Una brutta storia

 

Voglio solo accennare a questa storia, è acqua passata, è un esperienza vissuta in modo drammatico,ma per fortuna masticata e digerita nel migliore dei modi.
Tantissimi anni fa, al mio esordio come pornostar mia madre mi denunciò al tribunale dei minorenni facendo in modo che mi togliessero mio figlio Antonio,avuto dal matrimonio con Nino La Rocca, con l’accusa di presunti maltrattamenti e coinvolgimento nel mondo della pornografia.

 

Il Tribunale mi tolse il bambino e per me fu l’inizio di un lungo e triste calvario durato fino al giorno in cui la Corte D’Appello di Firenze ribaltò la sentenza di primo grado emettendone un’altra dove si dichiarava che :”anche una pornostar può essere una buona madre”.


Ripreso mio figlio mi trasferii insieme a Franco e al piccolo in Lombardia, a Busto Arsizio per cercare di ripristinare all’interno del nostro nucleo(io, il mio compagno ed il bambino) l’armonia e l’equilibrio che ci avevano brutalmente lacerato Al momento credo di avere odiato mia madre e chiunque la sostenesse.

 

A distanza di molto tempo ho capito che fu un gesto squilibrato dettato dalla  paura di un mondo che le era estraneo: la pornografia  e pensando che togliendomi Antonio 

io decidessi di smettere col porno,costruì ad arte un castello di accuse assurde che nel tempo, poi, con il lavoro dei consulenti tecnici del Tribunale (psicologi, psichiatri…) iniziò a crollare a poco a poco.
Oggi i nostri rapporti sono tornati ad essere ottimi,certo dopo una lunghissima sofferenza di tutta la mia famiglia; dopo circa sette anni vissuti a Busto Arsizio, da altri otto vivo di nuovo in toscana, a Viareggio vicina a mia madre, mio figlio ha 22 anni ed è un ragazzo del quale sono realmente fiera e orgogliosa, e credo anche lui di me.

 

A mia madre non rimprovero più nulla, la cosa determinante per me era capire che non fu la cattiveria che la spinse a colpirmi così duramente, ma la follia e la rabbia scaturita da mie scelte che per lei non erano comprensibili.


Io non farei mai nulla di simile e anche se siamo madre e figlia siamo due donne molto diverse e la regola più civile è quella di capire e saper accettare le diversità.

Oggi sono tornata ad amarla e di questo ne sono orgogliosa.